Atheists who kneel and pray


Genere: New Adult

Autore: Tarryn Fisher 

Yara Phillips è una musa vagante. Frequenta uomini che hanno bisogno di lei, ma si sposta sempre su qualcosa di nuovo, non resta mai in un posto troppo a lungo.
 David Lisey ha bisogno di una musa. Un musicista talentuoso che manca di ispiraizione per i testi.
Yara crede di poter dare a David esattamente quello che gli serve per raggiungere il suo completo potenziale: un cuore spezzato. 
La religione di David è l'amore. La religione di Yara è lo struggimento. Nessuno dei due è disposto ad arrendersi, ma la religione richiede sempre sacrificio. 

Salve lettori! In questa recensione vi parlerò di un libro in lingua che mi ha tenuto compagnia in questi due giorni: "Atheist who kneel and pray" di Tarryn Fisher. 
Mai titolo fu più azzeccato di questo. Letteralmente significa "atei che si inginocchiano e pregano" e, credetemi, è la perfetta descrizione della storia raccontata in queste pagine. 
Inizia tutto con un'email. Una semplice email di tredici parole che però porta a galla ricordi e sentimenti che la nostra protagonista ha cercato in tutti i modi di mettere da parte e dimenticare. 
Yara Phillips è una fuggitiva. Ogni volta che una fase della sua vita arriva agli sgoccioli lei prende le poche cose che ha e cambia città. 
Londra, New York, Los Angeles, Miami e ora Seattle. Nuova città, nuovi amici, sempre la stessa Yara in attesa del momento giusto per tornare a casa. 

Una scheggia nel dito. È tutto quello che serve per sconvolgere completamente la sua esistenza. 
Una scheggia tolta con il nastro adesivo da un ragazzo bellissimo che non le dà neanche il tempo di ringraziarlo. 
Ma il ragazzo torna, si chiama David, è un musicista e le chiede di sposarlo.
Lui crede nell'amore, anche in quello a prima vista, crede che Yara sia la donna della sua vita. 
Yara invece no. Crede nei cuori spezzati, nelle delusioni, nelle promesse non mantenute e le illusioni. 

"Sono sul punto di creare qualcosa e ho bisogno del tuo aiuto."
"Una coincidenza."
"No."
"Sì."
"Sii la mia musa."
"Devi innamorarti di me. Sei mai stato innamorato?"


 
Eppure David riesce a convincerla a iniziare una relazione. Yara si rende subito conto dell'amore che prova per David: è palpabile, è tutto intorno a loro, impresso nei piccoli gesti, nei discorsi, nella consapevolezza di sapere l'altro cosa desidera prima ancora che esso se ne renda conto. 
Ma Yara sa che questa situazione non andrà avanti. Lei rovinerà tutto con la sua personalità e le sue insicurezze. Non è riuscita a farsi amare da sua madre, come potrebbe costringere David a portare sulle spalle un peso come lei?
Non è abbastanza e lui si meriterebbe qualcuno intero, sicuro del suo amore, che possa donargli il cuore a piene mani, non impaurito dalle conseguenze di questo amore incondizionato, che non crede che questo inesorabilmente scemerà fino a lasciarli vuoti. 

"Vuoi che io ti faccia innamorare di me e mi dai il permesso di andare via e spezzarti il cuore?" Lui annuisce. "Ma tu non pensi che me ne andrò davvero, Lisey. Pensi di potermi cambiare, ma non funziona così."


 
Così va via, come ha sempre fatto. 
Non è facile buttare giù una convinzione che ha avuto decenni per rafforzarsi eppure David non dimentica Yara, sarà disposto anche a spargere in giro per l'America "briciole di pane", come nella fiaba di Pollicino, in modo che possa ritrovare la strada per tornare dalla persona cui appartiene. 

"Torna indietro da me. Torna indietro. Torna."

Dipende tutto da Yara. Dalla consapevolezza di sé, dalla voglia di voler essere amata e amare. Troppe questioni irrisolte, paure profonde, convinzioni velenose. 
Come si può andare avanti, quando il peso del passato è dietro l'angolo pronto a schiacciarti e costringerti a ricominciare daccapo un percorso doloroso che


terminerà sempre con lo stesso risultato: la rovina di tutto? 

"Atheists who kneel and pray" non è una storia d'amore. Non si tratta mai della storia d'amore nei libri di questa scrittrice. Si tratta di Yara, della sua crescita, del suo cambiamento, della sua lotta. Tutte le sue fughe, le amicizie che ha fatto, gli sbagli che ha commesso, ogni cosa è servita a donarle un po' di chiarezza, un po' di pace, un po' di saggezza. 
Ma niente può sbocciare, nemmeno l'amore più vero, se prima non si fa pace con la causa di ciò che ha provocato il primo cambiamento, la prima crepa, la prima caduta. 

Tarryn Fisher ha la capacità di accalappiarti con le sue parole con una forza emotiva molto profonda. Quante volte ho messo in pausa la lettura, mi sono alzata e schiarita le idee, per poi riprendere in mano il libro. 
La tristezza che traspare in quelle parole, la rabbia, l'insicurezza, la gelosia, le sentivo combattere nella mia testa, sopraffare la razionalità che proclamava a gran voce che i sentimenti che provavo non erano reali ma frutto della storia, prendendo il sopravvento dentro di me. 

"Fisso il cielo è penso a come io non creda più -non in Dio o la sua creazione. Sicuramente non nell'amore. È arrivata come una ladra e ha portato via tutto. Come può una persona fare questo? Come fanno ad avere così tanto potere?"


 
Yara è uno di quei protagonisti che o ami o odi. Non c'è via di mezzo. Se non riesci ad entrare nella sua testa, a capire il suo cuore ferito, comprendere che il suo egoismo è dettato da numerose lacerazioni ormai difficili da ricucire, la odierai per tutto il romanzo per i suoi pensieri e il modo in cui esclude David. 
David invece è uno di quei personaggi che subito ami. Divertente, carismatico, combatte per ciò che desidera e ama con tutto se stesso. Ma anche lui farà degli errori e anche lui dovrà trovare il modo di cambiare e superarli. 
Inoltre tenete conto, durante la lettura, anche dell'aumento esponenziale della voglia di visitare Seattle. Me ne sono innamorata attraverso le parole di Yara.




A questo punto immagino abbiate capito qual è il dio a cui si riferisce il titolo. È l'amore. In tutte le sue forme, in tutta la sua forza, distruttrice e riparatrice. 
È facile dire "non credo", doloroso inginocchiarsi dopo aver camminato imperterriti senza aprire gli occhi, ma liberatorio pregare e abbandonarsi a quel dio di cui si è sempre rifiutata l'esistenza e che in sé ha tutti i pezzi per curarci. 

Se siete curiosi di scoprire di scoprire i luoghi della storia o conoscere Yara e David, c'è un profilo su Instagram (https://www.instagram.com/atheists_who_kneel_and_pray/) in cui potete trovare foto dei luoghi che hanno ispirato la scrittrice e anche foto di quelli che per lei sono Yara e David. 
In più, se vi piace ascoltare musica mentre leggete c'è anche una playlist su Spotify (qui il link: https://play.spotify.com/user/1226318453/playlist/6h5mCg008D4VxjkWuudzQ7?play=true&utm_source=open&utm_medium=signup-test&utm_campaign=link&si=8GMg8MvT) che vi consiglio assolutamente di ascoltare. È stupenda. 
Baci.

 Voto storia - 4.5 Stupenda 

 Voto erotico - 2 Poco Casto

 

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