The glass castle-Il castello di vetro


Autore: Jeannette Walls

Genere: Narrativa contemporanea

14 Novembre


Nessun bambino dovrebbe affrontare ciò che la mamma e il papà di Jeannette hanno fatto passare ai loro figli. Ma tutti i bambini dovrebbero avere una famiglia come quella. È il paradosso del vero amore. Anche se è imperfetto, ti salva. Seconda di quattro figli, Jeannette è cresciuta in una famiglia che oggi si chiamerebbe disfunzionale. Il padre, Rex, poliedrico, bizzarro e di grande intelligenza, non riesce a tenersi né lavoro né soldi per via dell'alcol. Perde al gioco e costringe tutti a una vita da nomadi per fuggire dai creditori. La madre, Rose Mary, artista e insegnante, è insofferente a qualsiasi responsabilità e sostiene che i bambini debbano cavarsela da soli, che si tratti di procurarsi il cibo, il necessario per scaldarsi o rammendarsi i vestiti per non andare in giro con i buchi. La quotidianità dei fratelli Walls è un bizzarro melange di meraviglia, funambolismo e tragedia: Rex si occupa dell'istruzione dei figli, insegnando loro geologia, astronomia e letteratura, con lezioni sotto le stelle, ma i fratelli devono imparare presto a proteggersi a vicenda e a tenere a bada l'incoscienza dei genitori. Eppure, nonostante Jeannette sin da giovanissima sapesse che solo volando via da quel nido poteva salvarsi, non ha mai smesso di pensare con affetto alla propria infanzia, ed è riconoscente nei confronti dei suoi imperfetti genitori perché le hanno fatto un dono prezioso: un amore incondizionato e la libertà.

Ciao, carissimi lettori. 
Oggi sono qui a parlarvi di un romanzo che ha davvero catturato la mia attenzione. Forse avrete sentito parlare de “Il castello di vetro” di Jeanette Walls, edito da Rizzoli, una lettura incredibile che non può passare inosservata, né scivolare sotto gli occhi di chi legge senza lasciare il segno. 
“Il Castello di Vetro” è il romanzo autobiografico che racconta della straordinaria esistenza dell’autrice. Straordinaria nel senso che ha veramente poco a che fare con l’ordinario. 
Gli eventi che caratterizzano la storia di Jeanette arrivano a sfiorare il tragico, eppure la scrittrice non sembra manifestare alcun animo di rimprovero: la bambina è cresciuta insieme ai due fratelli in circostanze fuori dal comune, a tratti saturi di angoscia, che sono stati in grado di colpirmi veramente nel 
profondo. Hanno scoperto precocemente che la vita può essere una lotta, per il semplice fatto che sono stati spinti a cavarsela da soli fin dalla tenera età; gli anni sono passati attraverso il disprezzo dei loro coetanei, la solitudine, la sopravvivenza assicurata solo dal sostegno l’uno per l’altro. Sto parlando del sostegno tra fratelli, e vorrei poter dire lo stesso tra quello di genitori e figli.
Non è sbagliato qualificare i genitori di Jeanette come “personaggi” di un racconto, perché si ha modo di incontrarli solo nei libri o nelle serie tv. Assolutamente originali, compromettenti e degni dei servizi sociali, eppure interessanti a modo loro. Per certi aspetti condannabili, ma non per forza brutte persone. È stato molto difficile per me mantenere un sentimento coerente nei confronti di questi due soggetti. 
Rex e Rose Mary hanno il loro modo di concepire il contesto sociale e la crescita. Hanno il loro modo di affrontare le responsabilità: come? Delegandole ai figli. Jeanette e i fratellini imparano presto a lottare anche per le più scontate delle esigenze, come quello di nutrirsi. A tratti piccoli studenti emarginati, a tratti vagabondi.
Papà Rex è quel che può definirsi un genio, un inventore, disperatamente incline al vizio. Mamma Rose è una forza della natura, innamorata perdutamente dell’arte. Potrebbe dirsi che siano legati da un sentimento folle, attraverso quel famosissimo filo sottile che separa l’amore dall’odio.
Questi genitori così poco raccomandabili, così interessanti nelle loro raccapriccianti singolarità, hanno forgiato delle piccole armi da guerra. I fratelli Walls crescono, si fanno grandi, arrivano ad intraprendere strade che li portano al successo. Ognuno di loro avrà una rivincita, forse tanto più importante perché realmente sudata. Sarà merito di quegli strampalati insegnamenti che hanno completamente annichilito la paura di tentare?
Leggendo la vita di questa giovanissima fanciulla, senza alcuna trascuratezza dei dettagli, può accadere che i momenti di biasimo e di rancore verso i genitori di Jeanette non possano fare a meno di lasciare spazio ad un’inquietante ammirazione. Mi riferisco, naturalmente, a quei rari momenti dove non senti il dovere di riesumare la pena capitale. 
Di certo vige un clima di sgomento che non abbandona mai la lettura, tra l’altro limpida, scorrevole, assolutamente piacevole. 
Bello, bellissimo libro, tanto da imparare, tantissimo su cui riflettere per merito di questa meravigliosa scrittrice, della sua famiglia, della vera sofferenza, di tutto ciò che è lontano dal tradizionale. 

Assolutamente consigliato.


Voto libro - 4 ½ Stupendo





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